I motivetti musicali che restano in testa
Si chiamano Earworm, letteralmente “vermi nell’orecchio” e sono i motivetti che, appunto, restano in testa. Musiche, canzoni, melodie che non possiamo fare a meno di canticchiare all’infinito. Perchè ciò accade e quali sono gli earworm italiani più gettonati è spiegato nell’articolo “Non riesco a togliermela dalla testa” pubblicato su BBC SCIENCE ITALIA di febbraio 2016, con interviste a Paolo Fenoglio docente di Storia ed estetica della musica presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano e a Tomaso Vecchi, professore ordinario di psicologia generale dell’Università degli Studi di Pavia che da anni si occupa di psicologia della musica.
L’effetto della ripetitività della musica è legato a tre aspetti: quello puramente musicale del brano, quello emozionale e, infine, all’esperienza personale. Alcune canzoni hanno da un lato un testo facile da ricordare e dall’altro una melodia semplice con un alto grado di prevedibilità della sequenza musicale. È proprio questa prevedibilità a stimolare la ripetizione e il ricordo. Altre, invece, come le colonne sonore di alcuni film rimangono nella memoria per associazione multisensoriale: la musica, infatti, ha una forte valenza emozionale, che è poi il principio su cui si basa la musicoterapia. Infine, possiamo dire che molto, nella rievocazione di una canzone o di un motivetto, è legato all’esperienza personale e agli interessi di ognuno di noi.
Alcuni esempi di motivetti musicali italiani che restano in testa come earworm rientrando in queste categorie? Papaveri e papere di Nilla Pizzi, Tuli, tuli, tulipan del trio Lescano, Tre parole di Valeria Rossi, Tuca tuca della Carrà ma anche Sapore di sale di Gino Paoli a L’ultimo bacio di Carmen Consoli.
Secondo un sondaggio condotto un paio d’anni fa da Radio Italia, comunque, le canzoni più canticchiate sotto la doccia, un momento tipico in cui, in assenza di condizionamenti esterni, si lascia emergere ciò che semplicemente ci “risuona” in testa, quella più cantata è risultata essere Sei nell’anima di Gianna Nannini seguita da Mi vendo di Renato Zero.
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